Settembre è ormai iniziato. Il caldo asfissiante che ha accompagnato
costantemente le nostre giornate sembra ormai aver ceduto
definitivamente il posto a un fresco venticello che ha finalmente
smosso un'aria divenuta opprimente. La pioggia ha iniziato a bagnare
questa terra ormai arida e martoriata dai continui roghi estivi.
Le giornate si accorciano sempre di più, come giustamente richiede
l'alternarsi delle stagioni, stendendo un velo di malinconia su ogni
cosa, accompagnandosi a quella dolce nostalgia che richiama alla
mente tanti ricordi.
Questo periodo, con il lento e progressivo avvicinarsi dell'autunno,
mi riporta, infatti, indietro nel tempo a quando, ragazzino o
adolescente, mi preparavo mentalmente all'inizio della scuola.
Non era per me un'idea così traumatica e non perché io avessi un
amore smodato per la scuola, sebbene ci andassi senza particolari
sforzi. In realtà era l'aria di cambiamento che mi faceva stare
bene, quella stessa che, in fondo, come dirò dopo, mi fa stare bene
ancora oggi.
Certamente, le prime settimane di vacanza non avevo alcun motivo di
lamentarmi, mi rilassavo, magari andavo al mare o in giro con gli
amici, o semplicemente me ne stavo a casa a farmi gli affari miei.
Era un cambiamento anche quello, in fin dei conti. Ma, poi, tutto
questo diveniva un'abitudine che finiva per non procurarmi più
piacere e per impigrirmi. E allora l'arrivo di settembre con i suoi
cambiamenti climatici, i vestiti più pesanti da indossare, le
abitudini da modificare, mi dava quella sensazione di rinnovamento
che, in qualche modo, mi aiutava a uscire dal letargo mentale.
Allora, uscivo con mio padre e mi recavo in libreria a prenotare e
acquistare libri scolastici e altro materiale didattico, iniziavo a
sfogliare i tomi che mi interessavano maggiormente, incontravo i miei
compagni di scuola per un confronto sui compiti estivi da ultimare,
pensavo a qualche nuovo progetto per l'anno scolastico che stava per
iniziare.
È stato un breve, ma intenso periodo del quale conservo bei ricordi.
E anche se la mia vita è completamente cambiata e da anni mi sono
trasferito nella caotica Capitale per affrontare i ritmi quotidiani
di un'intensa attività lavorativa, ancora oggi continuo a ricercare
quella sensazione di rinnovamento che mi procura benessere, da
ritrovare magari in piccoli gesti: mettere in ordine la scrivania,
cambiare disposizione dei volumi in libreria, acquistare nuovi libri,
passeggiare in luoghi non necessariamente sconosciuti, ma da
osservare con prospettive diverse.
Questa sensazione di rinnovamento continuo a ricercarla proprio in
questo modo, tentando, man mano, di dare una prospettiva diversa alla
mia vita, pur se di poco. E cercando di evitare scossoni eccessivi,
anche se non è sempre facile. Già, perché in realtà ho un
rapporto abbastanza conflittuale con quelle novità che mi
stravolgono e che, in un certo senso, non riesco a dominare fin da
subito. Colpa, anche, di quell'ansia che mi accompagna da sempre.
Penso a quanti anni ho impiegato a decidermi a prendere un aereo e
affrontare un viaggio in un altro Paese. L'estate scorsa, finalmente,
ce l'ho fatta, dopo aver, ovviamente, pianificato tutto il tragitto
assillando per settimane amici e parenti al fine di avere tutto sotto
controllo e conoscere ogni dettaglio necessario ad affrontare il
viaggio senza problemi. E devo ammettere che, una volta atterrato, ho
semplicemente desiderato di rifarlo ancora, tante altre volte.
Sicuramente, non posso non pensare anche alla novità che mi ha
stravolto maggiormente, quella che ho citato sopra, il mio
trasferimento a Roma, una novità che mi è costata molta fatica,
sotto vari punti di vista, ma che ha cambiato la mia vita in meglio.
Sembra, dunque, una contraddizione: cerco, spesso, di dare una
spolverata alla mia mente per guardare le cose con occhi nuovi,
eppure le novità che stravolgono mi spaventano, mi pongono in uno
stato di continua ansia. Poi, una volta affrontate, provo un grande
piacere, la sensazione di aver fatto qualcosa di cui non posso
pentirmi (anzi, non facendo nulla avrei avuto solo rimpianti) e mi
chiedo tutte le volte come ho potuto provare tanta ansia. Salvo, poi,
ricominciare la volta successiva.
Ma sappiamo bene che la conflittualità e la contraddittorietà sono
elementi tipici di noi esseri umani. Siamo esperti nel complicarci la
vita.
Beh è sempre così: affrontare i cambiamenti spaventa, ma poi arrivi ad un punto in cui cambiare diventa una necessità. Poi a cose fatte ti compiaci di come sei stato bravo: in fondo si cresce anche così
RispondiEliminaCiao Giu, Ma sai non credo sia proprio sempre così. Ci sono molti che temono anche i cambiamenti minimi, altri che vanno sparati senza problemi. Io amo le novità, mi fa paura ciò che non riesco a dominare mentalmente, che mi stravolge. Poi, certo, si cresce anche così
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