mercoledì 6 settembre 2017

La fine dell'estate e l'attesa di novità

Settembre è ormai iniziato. Il caldo asfissiante che ha accompagnato costantemente le nostre giornate sembra ormai aver ceduto definitivamente il posto a un fresco venticello che ha finalmente smosso un'aria divenuta opprimente. La pioggia ha iniziato a bagnare questa terra ormai arida e martoriata dai continui roghi estivi.
Le giornate si accorciano sempre di più, come giustamente richiede l'alternarsi delle stagioni, stendendo un velo di malinconia su ogni cosa, accompagnandosi a quella dolce nostalgia che richiama alla mente tanti ricordi.
Questo periodo, con il lento e progressivo avvicinarsi dell'autunno, mi riporta, infatti, indietro nel tempo a quando, ragazzino o adolescente, mi preparavo mentalmente all'inizio della scuola.
Non era per me un'idea così traumatica e non perché io avessi un amore smodato per la scuola, sebbene ci andassi senza particolari sforzi. In realtà era l'aria di cambiamento che mi faceva stare bene, quella stessa che, in fondo, come dirò dopo, mi fa stare bene ancora oggi.
Certamente, le prime settimane di vacanza non avevo alcun motivo di lamentarmi, mi rilassavo, magari andavo al mare o in giro con gli amici, o semplicemente me ne stavo a casa a farmi gli affari miei. Era un cambiamento anche quello, in fin dei conti. Ma, poi, tutto questo diveniva un'abitudine che finiva per non procurarmi più piacere e per impigrirmi. E allora l'arrivo di settembre con i suoi cambiamenti climatici, i vestiti più pesanti da indossare, le abitudini da modificare, mi dava quella sensazione di rinnovamento che, in qualche modo, mi aiutava a uscire dal letargo mentale.


Allora, uscivo con mio padre e mi recavo in libreria a prenotare e acquistare libri scolastici e altro materiale didattico, iniziavo a sfogliare i tomi che mi interessavano maggiormente, incontravo i miei compagni di scuola per un confronto sui compiti estivi da ultimare, pensavo a qualche nuovo progetto per l'anno scolastico che stava per iniziare.
È stato un breve, ma intenso periodo del quale conservo bei ricordi. E anche se la mia vita è completamente cambiata e da anni mi sono trasferito nella caotica Capitale per affrontare i ritmi quotidiani di un'intensa attività lavorativa, ancora oggi continuo a ricercare quella sensazione di rinnovamento che mi procura benessere, da ritrovare magari in piccoli gesti: mettere in ordine la scrivania, cambiare disposizione dei volumi in libreria, acquistare nuovi libri, passeggiare in luoghi non necessariamente sconosciuti, ma da osservare con prospettive diverse.
Questa sensazione di rinnovamento continuo a ricercarla proprio in questo modo, tentando, man mano, di dare una prospettiva diversa alla mia vita, pur se di poco. E cercando di evitare scossoni eccessivi, anche se non è sempre facile. Già, perché in realtà ho un rapporto abbastanza conflittuale con quelle novità che mi stravolgono e che, in un certo senso, non riesco a dominare fin da subito. Colpa, anche, di quell'ansia che mi accompagna da sempre.
Penso a quanti anni ho impiegato a decidermi a prendere un aereo e affrontare un viaggio in un altro Paese. L'estate scorsa, finalmente, ce l'ho fatta, dopo aver, ovviamente, pianificato tutto il tragitto assillando per settimane amici e parenti al fine di avere tutto sotto controllo e conoscere ogni dettaglio necessario ad affrontare il viaggio senza problemi. E devo ammettere che, una volta atterrato, ho semplicemente desiderato di rifarlo ancora, tante altre volte.
Sicuramente, non posso non pensare anche alla novità che mi ha stravolto maggiormente, quella che ho citato sopra, il mio trasferimento a Roma, una novità che mi è costata molta fatica, sotto vari punti di vista, ma che ha cambiato la mia vita in meglio.
Sembra, dunque, una contraddizione: cerco, spesso, di dare una spolverata alla mia mente per guardare le cose con occhi nuovi, eppure le novità che stravolgono mi spaventano, mi pongono in uno stato di continua ansia. Poi, una volta affrontate, provo un grande piacere, la sensazione di aver fatto qualcosa di cui non posso pentirmi (anzi, non facendo nulla avrei avuto solo rimpianti) e mi chiedo tutte le volte come ho potuto provare tanta ansia. Salvo, poi, ricominciare la volta successiva.
Ma sappiamo bene che la conflittualità e la contraddittorietà sono elementi tipici di noi esseri umani. Siamo esperti nel complicarci la vita.


2 commenti:

  1. Beh è sempre così: affrontare i cambiamenti spaventa, ma poi arrivi ad un punto in cui cambiare diventa una necessità. Poi a cose fatte ti compiaci di come sei stato bravo: in fondo si cresce anche così

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    1. Ciao Giu, Ma sai non credo sia proprio sempre così. Ci sono molti che temono anche i cambiamenti minimi, altri che vanno sparati senza problemi. Io amo le novità, mi fa paura ciò che non riesco a dominare mentalmente, che mi stravolge. Poi, certo, si cresce anche così

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